Ormai riuscire a servirsene è diventato già un grande risultato, in qualche caso tanto da sfiorare il miracolo. Purché camminino e riescano a svolgere il loro servizio, viene naturale commentare, memori degli innumerevoli disservizi patiti negli ultimi anni. Ma se adattarsi è diventata una necessità, da quando il trasporto pubblico sull’isola ha cominciato ad essere più una croce che una delizia per chi lo utilizza, non vuol dire che ciò annulli tutti gli altri aspetti critici che fanno anch’essi la differenza rispetto alla qualità del servizio. Soprattutto considerando le esigenze dei turisti, che per sei mesi all’anno almeno rappresentano una percentuale rilevante, in questo periodo largamente maggioritaria, dei passeggeri dei mezzi Eav.
La principale meta turistica della Campania meriterebbe, da parte dell’azienda di trasporto, qualche attenzione e accortezza in più nell’organizzazione del servizio. A cominciare dalle fermate, mal segnalate, generalmente anonime, non di rado dall’ubicazione pessima e prive delle indicazioni essenziali a beneficio dell’utenza. Così, chi non è del posto o non ha dimestichezza con le varie linee e i relativi percorsi, si ritrova come un asino “miez’e suon”, alle prese con difficoltà che potrebbero e dovrebbero essere assolutamente evitate in un territorio percorso in lungo e in largo anche da forestieri.
E’ normale in tante altre località che in corrispondenza delle fermate siano esposti dei CARTELLI con l’indicazione delle linee che vi fanno tappa e degli itinerari corrispondenti. Un modo per capire dove si è, in quale punto del percorso, dove ci si dirige e dov’è la fermata o il capolinea al quale si dovrà scendere. Informazioni preziose, necessarie, che possono essere acquisite con un colpo d’occhio e in totale autonomia, senza dover essere costretti ogni volta a fare affidamento sulle delucidazioni di qualche passante o degli autisti dei mezzi di passaggio. Un piccolo, ma importante esempio di buona accoglienza e organizzazione che potrebbe essere fornito con una spesa minima, comunque incomparabile rispetto ai vantaggi.
Solo pochi anni fa, l’Eav investì fior di quattrini ((chissà quanti…) per dotare tutte le fermate di paline elettroniche che segnalavano l’orario del transito dei bus e il tempo da attendere per il passaggio successivo. Durarono poco, qualche mese, al massimo un anno, prima di diventare delle presenze inutili e fuorvianti, a causa dei disservizi che fecero saltare ogni certezza sul verificarsi delle corse e suoi loro orari. Soldi pubblici buttati, una spesa inutile, una dotazione eccessiva, quando sarebbe stato sufficiente limitarsi ai cartelli, ottenendo il massimo risultato con il minimo sforzo economico. Il che non sarebbe stato male, considerato che di lì a poco scoppiò il bubbone del rischio di fallimento della società pubblica di trasporto, con lo scatafascio che ne derivò e di cui stiamo ancora pagando le conseguenze.
D’altra parte, dopo anni, non si è trovato ancora neppure il modo di informare i viaggiatori dei cambiamenti di percorso in territorio ischitano nelle fasce orarie di chiusura al traffico di Ischia Ponte e di deviazione dei bus, che diventano introvabili per gli ignari turisti. Una vergogna che tante persone debbano restare a perdere tempo e ad arrostirsi al sole vicino a fermate in cui l’autobus non passerà, senza che nessuno si decida a piazzare dei cartelli informativi sul piazzale Aragonese, all’uscita dal borgo, su via Antonio Sogliuzzo.
“Quando escono gli ospiti – racconta una operatrice turistica – cerchiamo di prepararli a quello che troveranno in strada, spiegando, per quanto è possibile a distanza, dove devono prendere il bus e i luoghi delle fermate. Ma non è cosa facile, anche per le caratteristiche dei nostri percorsi. Perciò raccomandiamo di fermarsi a chiedere informazioni, sperando che trovino persone gentili e che gli stessi conducenti e controllori dei mezzi pubblici siano disponibili a fornire le notizie richieste”.
Già, tutto è affidato ad incontri fortunati, alla cortesia delle persone, al senso di orientamento e alla capacità di arrangiarsi in condizioni proibitive dei singoli. A cui è richiesto un grande spirito di avventura, quando si mettono in marcia verso qualunque destinazione ischitana che richieda il ricorso al trasporto pubblico su gomma, neanche fossero impegnati in un’escursione nel deserto invece che in una passeggiata salutare su un’isola tranquilla. Ma è accettabile tutto questo in una realtà che dovrebbe offrire il massimo livello qualitativo di accoglienza? I dirigenti dell’azienda di Cisterna dell’Olio si rendono conto che Ischia garantisce ogni anno introiti tutt’altro che trascurabili all’Eav, in cambio di servizi da quattro soldi e anche meno, al di sotto degli standard qualitativi più bassi e doverosi?
E così anche quest’anno l’isola è condannata ad accumulare critiche, riserve, polemiche e recriminazioni per il cattivo funzionamento del servizio di trasporto pubblico e per il modo assolutamente insoddisfacente in cui è organizzato. Ma ci dobbiamo accontentare (?)…