Il topo in vetrina farà ridere, ma se la tassa di soggiorno non serve neanche a derattizzare…

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Foto Qui Ischia

Di Ennio Anastasio

Possiamo riderci sopra, certo, ma non va bene,non va bene per noi, non va bene per le Amministrazioni, non va bene soprattutto per l’immagine turistica di un’isola che si nutre e vive di turismo, e quell’isola, fortemente sponsorizzata e conosciuta è la nostra, Ischia. Scavalchiamo gli “steccati” sin da subito e riappropriamoci del tono della franchezza: ad essere onesti, molteplici sono le realtà sul nostro territorio ad essere interessate dalla presenza di topi, e quindi non solo il Comune del “fungo” dove si è voluto cavalcare l’onda e calcare la mano con un tipo di stampa dal tono sensazionalistico . Bello, ma non troppo lo scoop estivo “made in Ischia” e poi? La “prima donna” in vetrina a Lacco Ameno con la sua bella coda lunga, deve farci riflettere sui problemi di ordine igienico e sanitario che si vivono sull’isola ogni giorno con tali “presenze”, l’imbrattamento dei locali poi costituisce un enorme elemento di negatività per l’immagine del luogo di eccellenza dove molti vip sono giunti proprio in questa lunga estate per trascorrere una rilassata vacanza ed a questo si aggiunge un forte riflesso psicologico che investe decisamente un po’ tutti, residenti e turisti. Sul rilascio dell’onda emotiva chi non avrà pensato: “possibile che anche nei negozi vi siano topi? e così  grossi?, il sistema in uso per liberarsene è ancora quello della mazza-randello?” Ed allora immaginiamo per un momento che il colpo fosse stato ben assestato sul topaccio e che lo stesso, invece di fuggire, moriva lì, in vetrina, tra sangue e mille fibrillazioni? Possiamo ben immaginare le urla sul Corso di Lacco da parte dei turisti che erano  fermi  proprio all’esterno della lussuosa vetrina, increduli di vivere quella scena da “guinness world record”.

Dunque  spettacolo su spettacolo, di quello pessimo, da mettere al bando la più bella e risonante  bandiera blu, e che dire, “alla faccia di tutti i viaggi fatti a Stoccarda ed in Russia per promozionare la bella isola”. Ora è chiaro  che la presenza di canali  e la struttura di fognature sono punti di grande attrazione per tali “ospiti” come anche i tanti terreni abbandonati e lasciati alla sorte delle erbacce ed ortiche ma non è questo il problema, anzi cullarsi nella rassegnazione, pensando di non adempiere a nessun sforzo e ritenendo quello che si è verificato un caso isolato, può quasi apparire come un alibi o forse meglio, un dire bugie a se stessi. Non siamo scusati e per niente, il discorso un po’ finocchiaro dal motto  “i panni sporchi si lavano in casa” non è qualcosa che può reggere in piena stagione turistica, la notizia è diventata virale in pochi minuti e i social hanno fatto mattanza di una situazione oggettiva, indegna ma vera, tremendamente vera.

Se Ischia fosse quotata in Borsa come una Spa di mercato primario, il “giorno del topo in vetrina a Lacco Ameno” potrebbe identificarsi senza ombra di dubbio in un “black-day”, borsisticamente parlando, in quanto l’evento, se così si può definire, avrebbe fatto cadere in picchiata il titolo “Ischia” con delle perdite enormi considerando per l’appunto la nostra “performance” al pari della peggior obbligazione subordinata che si possa cercare di piazzare sul mercato di questi tempi…. “bail-iniani”.

Altri tempi, altri Sindaci

Detto questo, non possiamo non sottolineare, in veste di testimonial, che in un passato, e non tanto remoto, si effettuavano da parte degli Enti comunali diversi interventi di derattizzazione in più zone dello stesso Comune e con una certa costanza ,  ed infatti a seguito di ciò, venivano frequentemente applicati degli avvisi ” attenzione, zona derattizzata,ecc ,ecc. Comune di…”  Inoltre nel periodo estivo e più precisamente dagli inizi di Giugno e fino alla fine di Settembre nel Comune di Ischia le strade erano pulite due volte alla settimana anche con lo spruzzo disinfettante di creolina con apposito camion autobotte. Non basta, il nostro ricordo è veramente nitido, il porto d’Ischia, del quale già da qualche giorno si parla di una nuova festa da mettere in campo a Settembre, svuotandolo dalle navi e imbarcazioni e probabilmente offrendo nuovamente sulla banchina  “o’ cuppetiello e alic fritte” vedeva periodicamente, per due volte a settimana nel periodo estivo in particolare, il barcaiolo con apposita grande retina di pulizia a raccogliere nello specchio acqueo dell’antico Lago Dè Bagni, piccole carte, plastiche, qualche spezzo di fune, in pratica tutto ciò che  galleggiava e quindi visibile all’attento sguardo dell’operatore. Erano i tempi dell’Amministrazione guidata dal Sindaco Enzo Mazzella e molti ricorderanno questi interventi sul territorio, importanti e necessari, così come non si può dimenticare il dragaggio del fondale portuale con il grande pontone armato di gru a polipo.I tempi cambiano, gli uomini passano, ed anche le entrate comunali cambiano, rincorrendo le leggi Istituzionali.

Ad oggi, con l’introduzione della  tassa di soggiorno, fastidioso balzello, una volta superato, e poi reintrodotto quale puro anatocismo finanziario per fare denaro ( ma siamo realmente parte di una nuova Europa unita se poi decidiamo e operiamo come dei feudi in piena autonomia? ) possiamo però affermare che cifre enormi arrivano ad alimentare le casse degli enti comunali che sono molto attenti ad intercettare i flussi di ricchezza legati alla presenza turistica. Ma  di tali “servizi” quindi derattizzazione delle zone più a rischio, rimozione delle pigne vuote pronte a cadere  e dei rami secchi dai pini  che fiancheggiano le strade pubbliche ( di cui abbiamo clamoroso esempio in via Alfredo De Luca e via Antonio Sogliuzzo nel Comune d’Ischia) pulizia  delle strade a mezzo autobotte con liquido disinfettante possiamo solo gustarci in alternativa, ahinoi, lo spettacolo del “topo in vetrina”.

Aggiungiamo per completezza e per ragion di esistere,  anche l’introito diretto della Tasi (tassa sui servizi indivisibili) ai Comuni che d’obbligo si versa se proprietari di una seconda casa o locale commerciale e possiamo soltanto chiederci e legittimamente, “ma dove cavolo vanno a finire così tanti cumuli di denari? Non stiamo mica qui a parlare di cruccolini per barbecue ma di milioni di euro. Cifre a sei zeri da destinare al rilancio, alla pulizia, al decoro, alla promozione turistica, alla cura del territorio e soprattutto ad evitare che topi e topacci non invadano persino i negozi che si propongono di essere, con le loro vetrine, un biglietto da visita al turista che arriva in vacanza sull’isola.

 Tanti slogan, intanto i topi ballano…nei negozi

 Questa purtroppo è la classe dirigente che  amministra, dirige e decide le sorti isolane, sottoposta spesso e volentieri alla “clave” di una stampa sensazionalistica che gode anche della scelta di dove affondare il colpo, un giorno lì, un altro giorno là. Allora la scelta non è quella di disinteressarsi, perché sarà la pigna a caderci sul volto e non noi a salire sulla cima dell’albero per battervi la faccia o il capo contro, sarà il topo ad entrare nelle nostre case o nel nostro negozio, non saremo noi ad entrare nella tana del ratto. Tali servizi ci spettano perché sono da noi pagati come residenti con diverse sigle ( Tasi, add. comunale irpef, Imu ) e da qualche anno godono anche del succulento rinforzo della tassa di soggiorno. Ed allora la strada è quella di chiedere con forza,in qualità di cittadini, associazioni di categoria, comitati,che tali servizi siano attuati con coerenza e impegno da parte di chi ha deciso di deputarsi ad amministrare ed incassa istituzionalmente degli introiti per scopi precisi: rendere i dovuti servizi alla comunità.

 Cogliere il dovuto confronto con altre realtà, come il vicino Comune di Sorrento che presenta, per quanto concerne la tassa di soggiorno, un rendiconto annuale molto analitico ai suoi cittadini ritenendolo un importante atto di trasparenza amministrativa(postandolo anche online) e quindi evidenziando con cura le entrate accertate e le spese impegnate per i numerosi interventi di salvaguardia del territorio, manutenzione, sicurezza; in pratica quanto si è incassato in termini di soggiorno e quanto si è speso e per quali esigenze.

  Chiedere che una prima voce di spesa della tassa di soggiorno percepita, venga utilizzata per la derattizzazione, ed ancora, che le strade siano pulite d’ estate con prodotti che servano anche a disinfettare, che le pigne dagli alberi vengano rimosse perché secche, chiedere, chiedere ed ancora chiedere con atti e istanze che le tasse seguano l’iter per le quali sono istituite perché storni e partite di giro si verificano solo per il disinteresse della collettività.

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