toumeyella parvicornis
Non si tratta di un’illusione ottica. E neppure di un semplice sintomo di stress idrico, a maggior ragione in una estate che non si può certo definire siccitosa. E non c’è alcuna sovrapproduzione di resina, come hanno pensato quelli che sono stati raggiunti dal liquido appiccicoso colato dall’alto. Dietro il progressivo prevalere del marrone rispetto al verde brillante che si osserva su un numero crescente di pini, anche giovani, nel cuore di Ischia c’è un nemico subdolo, quasi invisibile, straordinariamente pericoloso. Assai più della Marchallina, con cui condivide la famiglia. Già, perchè la causa del deperimento/disseccamento di tanti esemplari di Pinus pinea è di nuovo una cocciniglia dal nome complicato: TOUMEYELLA PARVICORNIS. Un nome con cui, purtroppo, dovremo prendere confidenza, come è stato con la Marchallina. Perchè non sarà facile arrivare a contenere questa nuova infestazione. E nessuno, oggi, è in grado in prevedere quanto tempo ci vorrà né, purtroppo, quanti danni arriverà a provocare nei polmoni verdi dell’Isola Verde.
Ma cosa sta accadendo ai pini che devono assicurare la sopravvivenza futura della Pineta dell’Arso? Quale male li affligge e come lo si può contrastare?
Qui Ischia aveva sollevato queste domande qualche settimana fa. Le risposte sono arrivate da uno dei massimi esperti delle pinete ischitane e delle loro vicissitudini degli ultimi trent’anni, l’agronomo FRANCO MATTERA, che fece parte dell’équipe tecnica allestita dal Comune quando furono creati i grandi parchi-pineta al centro di Ischia e che in seguito è stato tra i tecnici di fiducia dell’Assopini, durante l’emergenza Marchallina. E si è trattato di risposte tanto puntuali quanto spiazzanti. Preoccupate e preoccupanti. Anche alla luce degli inevitabili confronti con la storia dell’infestazione da Marchallina, che è stata superata solo di recente e grazie ad un lavoro lungo e complesso di ricerca e sperimentazione durato quasi vent’anni.
LA COCCINIGLIA INVISIBILE
Le vittime nella Mirtina – Foto Qui Ischia
Era l’estate ’93 quando scoppiò il “caso Marchallina a Ischia”. Sull’onda delle segnalazioni sempre più frequenti di cittadini che vedevano i pini coperti di “bambagia” bianca e avevano notato una sostanza vischiosa sulle auto parcheggiate sotto gli alberi o, talvolta, sui loro stessi vestiti. Si scoprì allora che nelle pinete ischitane era in corso l’infestazione di una cocciniglia, che per la prima volta si rivelava in luoghi diversi da quelli di origine, Grecia e Turchia. Stavolta, sempre d’estate perchè il ciclo vitale delle cocciniglie ha delle somiglianze, c’è di nuovo in alcune zone – per fortuna ancora circoscritte – la colata di melata. Scambiata come resina dei pini, mentre è il liquido zuccherino prodotto dagli insetti. Ma non si vede il bianco e la presenza dell’intruso non si nota: “Nessuno pensa che ci sia un’infestazione – spiega Mattera – perchè si tratta di una cocciniglia scura, che si occulta facilmente. E questo la rende più pericolosa della Marchallina, perchè non fa avere la consapevolezza del problema”.
La Toumeyella, che arriva dal Nord America, infatti, nelle sue varie fasi passa da un colore rossiccio ad uno verdastro, per poi diventare marrone con macchie nere. Il che le consente di mimetizzarsi perfettamente sulle varie parti degli alberi. Tra i suoi vari nomi c’è anche quello di “cocciniglia tartaruga”, per le caratteristiche dello scudo delle femmine adulte, che raggiungono al massimo 4 millimetri e mezzo di lunghezza. Perciò la si può identificare e riconoscere solo se la si conosce e/o la si cerca, altrimenti per il profano resta invisibile, al contrario della Marchallina che era molto vistosa. Una differenza che la rende più subdola, perchè ci si accorge della sua presenza solo quando ha già attaccato le piante e fatto danni, in qualche caso irreversibili.
LA STRAGE DI PINI ALLE BAHAMAS
Altra caratteristica che accresce il pericolo e il danno è che l’insetto si insedia sui germogli apicali, che sono quelli che garantiscono la buona salute e sopravvivenza dei pini. La presenza in quei punti “strategici” e l’avvizzimento apicale indebolisce fortemente la pianta e determina un’ALTISSIMA MORTALITA’. Il disseccamento vero e proprio, come si osserva in giro per Ischia, comincia dai rami più bassi, che sono i primi ad essere colonizzati, per poi progressivamente spostarsi verso l’alto. Un dato dà il senso del pericolo a cui sono esposti i nostri alberi: Oltreatlantico, alle Bahamas, dove ha attaccato una specie autoctona di pini, Toumeyella ne ha provocato la morte al 90%. Molto molto peggio della Marchallina, che non era perlopiù una fonte diretta di morte, se non per gli esemplari più vetusti. E infatti a morire furono i pini ottocenteschi, ma non gli esemplari giovani in buone condizioni. Mentre questo nuovo invasore sembra stia facendo danni proprio sui pini più giovani e sani. COMPRESI QUELLI PIANTATI PER RIMBOSCHIRE DOPO I DANNI DELLA MARCHALLINA.
Altra aggravante è che la melata porta alla formazione di fumaggine su tutte le parti dei pini, ma anche sulle piante del SOTTOBOSCO, che quindi vanno insofferenza anch’esse e possono SECCARE. Per cui il danno non riguarda solo i pini, ma anche la macchia, che è parte essenziale e tipica della vegetazione delle pinete ischitane.
In via Edgardo Cortese – foto Qui Ischia
Al di là del nome delicato, è davvero una brutta bestia, questa Toumeyella. Un ospite che più indesiderabile non si poteva.
Stavolta, non è da Ischia che parte il rischio fitosanitario per il continente. Ma è dalla terraferma che è arrivato. Dall’America del Nord, dove ha origine, la cocciniglia tartaruga è stata segnalata in Europa finora solo in Campania, tra la Provincia di Napoli e Caserta, con un primo focolaio intorno al lago Patria due-tre anni fa. E nel marzo dell’anno scorso la Campania si è data un PIANO D’AZIONE PER IL CONTROLLO DELLA COCCINIGLIA TOUMEYELLA PARVICORNIS (COCKERELL). Che fornisce indicazioni e precauzioni per tentare di arginare la diffusione dell’infestazione. Con relativo elenco delle zone in cui ne è accertata la presenza e dove, dunque, sono concentrati gli interventi possibili.
Ischia non compare ancora nell’elenco, perchè è da quest’anno che la presenza dell’insetto è confermata e ormai accertata. “Una zona fortemente infestata è quella di via Michele Mazzella, poi ci sono vari focolai – chiarisce Mattera – nella Pineta Mirtina, in via Sogliuzzo, in via Cortese e anche sulla Borbonica. Al Bosco della Maddalena è presente in basso, nelle vicinanze del cantiere della caserma bloccata, per fortuna non ancora nella parte alta”.
Ma il rischio di diffusione è amplissimo. Anche perchè, allo stato, LE POSSIBILITA’ DI CONTRASTO DIRETTO SONO MINIME. “Allo stato, almeno sulle strade non c’è altro da fare che i lavaggi a pressione, nei momenti più favorevoli durante le fasi vitali dell’insetto. Quest’anno finora abbiamo già avuto due generazioni di Toumeyella. Così come per la Marchallina, la presenza dei pini e delle pinete storiche nei centri abitati – sottolinea Mattera – non consente l’utilizzo di sostanze chimiche, come gli olii bianchi che sono efficaci contro le cocciniglie. Anche perchè si rischierebbe di uccidere pure gli INSETTI ANTAGONISTI”. Che sono invece la vera speranza di superare questa nuova emergenza.
Via Francesco Sogliuzzo- Foto Qui Ischia
“Se siamo fortunati – afferma Mattera - gli insetti che hanno dato buona prova contro la Marchallina, le due coccinelle riprodotte nell’insettario regionale della Pineta degli Atleti e la cosidetta “mosca grigia”, che poi è una farfallina, potrebbero aiutarci anche contro quest’altra cocciniglia. In qualche punto ho visto delle coccinelle mangiare sugli apici con la Toumeyella. Ma ci vorrà comunque tempo. In una visione ottimistica, dobbiamo sperare che i pini resistano nel maggior numero possibile finchè questi eventuali antagonisti non avranno cominciato a fare il loro lavoro”. Ma è una scommessa ardita e carica di incognite.
ALLO STATO LA SITUAZIONE FITOSANITARIA E’ SERISSIMA.
E LA POSTA IN GIOCO ENORME. CREDEVAMO, BATTUTA LA MARCHALLINA, DI AVER VINTO UNA GUERRA STORICA. NON IMMAGINAVAMO CHE SI POTESSE RIPRESENTARE COSI’ PRESTO UN ALTRO NEMICO, PEGGIORE DEL PRIMO. ARRIVATO FACILMENTE, NONOSTANTE LA CINTURA DI SICUREZZA DEL MARE. DOVREMO ADESSO CERCARE ALMENO DI EVITARE DI FAVORIRE LA DIFFUSIONE DELLA BESTIACCIA DA UN ANGOLO ALL’ALTRO DELL’ISOLA.